Psicologhe/i e Vaccini: Comunicato del Presidente OPC Armodio Lombardo

Preg.mo Presidente Draghi,

con la dovuta attenzione ho ascoltato le Sue parole durante la Conferenza Stampa in merito alle reali e presunte criticità relative alle procedure vaccinali.

Reali perché probabilmente la gestione non risulta purtroppo brillante, nei mesi passati e recenti, causando così un danno ai soggetti più fragili. Presunte a proposito di Psicologi che salterebbero la fila perché troppo giovani, sottraendo quindi delle preziose dosi a ben altre categorie più urgenti.

Vale la pena sottolineare come già nei primi provvedimenti a tutela della salute pubblica tutti i professionisti sanitari, Psicologi inclusi, rientrassero fra le fasce soggette a vaccinazione a causa del proprio delicato ruolo durante l’emergenza pandemica. Nonostante questo importante dato si sono tuttavia riscontrate non poche difficoltà nel far valere questo diritto per gli Psicologi, impiegando mesi per riuscire finalmente a sbloccare via via le procedure vaccinali nel nostro territorio, così come nel resto del Paese.

Anzi c’è di più: Psicologhe e Psicologi liberi professionisti hanno sopperito per un anno alle mancanze del servizio pubblico offrendo la propria disponibilità, a fronte dei pochissimi Psicologi rimasti nelle strutture del Servizio Sanitario Nazionale, così come il sottoscritto ha già avuto modo di segnalare e ribadire mestamente alle Istituzioni locali per mezzo di numerose missive e comunicati, oltre che interlocuzioni personali con gli attori preposti.

Nulla è mai stato messo in atto, sia a livello locale che nazionale, nonostante sia stato persino messo nero su bianco il reclutamento di professionisti sanitari come da Decreto Legge n. 14 dell’8 marzo 2020: all’art. 1 lettera a) si recita di procedere “al reclutamento delle professioni sanitarie, come individuate dall’articolo 1 del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, e successive modificazioni e dalla legge 18 febbraio 1989, n. 56 e successive modificazioni (…)”. La legge n. 56/89 riguarda infatti l’ordinamento della professione di Psicologo. Il successivo Decreto Legge “Salva Italia” n. 18 del 17 marzo 2020 all’art. 1 comma 3 affermerà ancora, non a caso, che “per le finalità di cui all’articolo 1, commi 1 lettera a) e 6, del decreto legge 9 marzo 2020, n. 14, è autorizzata l’ulteriore spesa di 100 milioni di euro, a valere sul finanziamento sanitario corrente stabilito per l’anno 2020, nei limiti degli importi indicati nella tabella di cui all’allegato A”.

Il Governo, di conseguenza, ha già in precedenza riconosciuto agli Psicologi un ruolo in prima linea in questa complessa fase, stanziando addirittura una significativa risorsa allo scopo di incrementare le prestazioni di lavoro del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio Sanitario Nazionale, direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica determinata dal diffondersi del COVID-19.

Per questi motivi appare quanto mai paradossale considerare i giovani Psicologi fra i soggetti “salta fila”, come se la platea di professionisti sanitari si allargasse motu proprio, senza criterio o raziocinio.

Sul punto interviene in soccorso anche il recentissimo Decreto Legge dell’1 aprile 2021, a Sua firma, il cui art. 4 conferma non solo la vaccinazione per tutti i sanitari ma ne introduce finanche l’obbligo, pena la sospensione dell’esercizio della professione.

Una legge dello Stato quindi, non violabile, unicamente da rispettare. L’Ordine Psicologi Calabria ha infatti subito adempiuto a quanto sancito e disposto.

Capirà pertanto, Presidente, l’immaginabile grande confusione generata tanto alla nostra categoria quanto alla collettività tutta, originando in quest’ultima anche possibili pregiudizi e stereotipi che nulla hanno a che fare con la realtà, a causa di un Governo che rimarca giustamente l’obbligo legale alla vaccinazione per tutti gli Psicologi arrivando dopo solo una settimana a cambiare repentinamente idea.

In verità la Sanità nazionale e calabrese hanno l’urgenza di farsi carico anche della relativa emergenza psicologica: sono rimasti, ad oggi, soltanto circa 100 Psicologi in Calabria nel servizio pubblico, denotando un rapporto popolazione/numero di psicologi disastroso.

Un tema da troppo tempo trascurato e minimizzato, come se fosse un problema di Serie B. Come se la Psicologia non fosse necessaria e non facesse parte del benessere complessivo dei cittadini. Al contrario, un imprescindibile elemento che se fosse adeguatamente considerato comporterebbe notevoli risparmi all’economia nazionale.

In conclusione, alla luce di una condizione di particolare e reiterata vulnerabilità, sarebbe indicato reclutare più Psicologhe e Psicologi piuttosto che additarli colpevolmente, garantendo l’investimento di risorse per prevenire e fronteggiare gli stati di estrema sofferenza e costrizione psicologica, al fine di prevenire pericolose ricadute nei prossimi mesi e anni sulla popolazione.

Armodio Lombardo
Presidente Ordine Psicologi Calabria

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